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di
Alessandro
Mazzetti
L
'esperanto è una lingua artificiale, crea-
ta per la comunicazione fra stranieri, una
lingua con tanto di grammatica, sintassi,
avverbi e coniugazioni. Nove persone, di
sette nazionalità diverse, hanno fatto un
esperimento: una settimana di vacanza in barca a
vela, parlando in esperanto anziché in inglese, con
tanto di corso di vela ed esercitazioni in cui i coman
-
di erano impartiti in esperanto, "pronti a virare?" si
diceva "ĉu pretaj ĝiri?".
Esperanto significa "colui che spera", spera in un mon-
do migliore in cui le persone possano capirsi fra di loro
in modo egualitario, nel rispetto della cultura di tutti.
L'idea
Avevo da poco avuto la bizzarra idea di imparare l'e-
speranto e avevo iniziato a frequentare i circoli espe-
rantisti. Quando ho saputo che il congresso naziona-
le della Federazione Esperantista si sarebbe tenuto
a Policoro, in Basilicata, mi sono detto: proviamo a
fare un esperimento, una veleggiata di una settima-
na per i partecipanti al congresso. La Federazione
ha accettato la mia proposta e ho provveduto a no-
leggiare un Bavaria 44 a Marina di Policoro, con l'o-
biettivo di navigare nel golfo di Taranto.
La
veleggiata
della
speranza
Il diario di una settimana in
barca a vela dove l'equipaggio
è composto da persone di
diversa nazionalità, che per
comunicare usano l'esperanto.
C u r i o s i t à