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S t o r i e d i v e l a
Posso sentirmi sicuro
su di una barca di
30 anni? Questa la
domanda che si
pongono tutti coloro
che acquistano una
barca degli anni
Ottanta.
Q u a n t o
c o n t a l a
v e t u s t à
d e l l a
b a rc a
L
a maggioranza delle persone che acqui-
stano una barca di 30 o più anni spende
molto tempo nel cercare di capire se una
barca così vecchia sia sicura o no. Cosa
succede allo scafo dopo 30 anni di mare,
di sole e di vento?
La risposta è semplice, se la barca è stata mantenuta
bene e non ha subito traumi importanti, è sicura anche
dopo 40 anni e a testimoniarlo sono le tante barche
degli anni Sessanta e Settanta che ancora navigano.
Si pensi agli Arpege disegnati da Micheal Dufour, al
Carter 37 di Dick Carter, all'Alpa 12,70 di S&S, tutte
barche che hanno visto il giorno del varo 50 o 60 anni
fa e che ancora oggi navigano tranquillamente.
Certo una barca di 30 e più anni è più delicata di una
barca più giovane, se una barca moderna andasse
a scogli a un paio di nodi di velocità, con tutta pro
-
babilità non accadrebbe nulla, se lo fa una barca di
30 anni, qualche piccola crepa superficiale si forma
davanti e dietro il bulbo.
Il problema della vetustà sta in due fattori principali.
a) Negli anni Settanta la lavorazione della vetroresina
era agli albori, non si capiva bene come funzionasse
e le proporzioni giuste non erano ancora state tro-
vate, per questo se si prende a esempio il carotag-
gio di un Alpa, si troveranno delle quantità di resina
incredibili in confronto a quelle che si troverebbero
nel laminato di una barca di uguale dimensione, ma
costruita negli ultimi dieci anni.
di
Maurizio
Anzillotti
L'Arpege disegnato da Micheal Dufour
alla fine degli anni Sessanta