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essere alta almeno quanto il baglio massimo del ca-
tamarano e centrarlo con un angolo di 90°. A titolo
esemplificativo, il Leopard 43 ha un baglio di 6 metri
e 70, quindi per scuffiare, deve essere centrato esat-
tamente al traverso da un frangente di quasi sette
metri, con una componente di vento estremamente
sostenuto; ipotesi piuttosto improbabile.
Piuttosto di una scuffia, il comandante dovrebbe pre
-
occuparsi della capriola in avanti, nel caso in cui una
prua si ingavoni, ma anche questa evenienza accade
normalmente solo a catamarani molto leggeri e velo-
ci. Ad ogni modo è sempre meglio se la prua rimane
leggera, soprattutto con andature portanti.
È bene comunque ribadire che il catamarano non
sbanda e infonde una sensazione di sicurezza. Non
avvisa quando è tempo di ridurre, e sarà lo skipper
ad usare prudenza e togliere tela molto prima che le
condizioni diventino pericolose.
Qui sotto, lo scafo sopravento
non perde mai il contatto con l'acqua.
Sotto una rara fotografia di un
catamarano da crociera che affronta
una forte burrasca in oceano. La barca
procede a secco di tela
Luca Da Damos, appassionato
di multiscafo, autocostruzione e
letteratura, predilige una nautica
semplice a bordo di barche piccole.
L'autore
La stabilità di forma