SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela
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F oil: una delle parole più usate, e forse anche abusate, nel mondo della vela negli ultimi anni. Che sia scoppiata una vera moda è sotto gli occhi di tutti: foil al Vendée Glo - be, in Coppa America, foil anche su alcune barche di serie o da crociera; la vela moderna è stata rivoluzionata da queste appendici. Ma a cosa servo- no, dove sono nate, su che tipo di barche si montano, che costi comportano e chi può navigarci? Abbiamo provato a rispondere a tutte queste domande, cer- cando di discernere tra la moda del momento e la sostanza di questo fenomeno senza dubbio molto interessante. Le origini dei foil I foil sono appendici - delle derive per intenderci me - glio - la cui forma consente di aumentare il momento raddrizzante e di ridurre in modo drastico la resisten- za idrodinamica dello scafo, sollevandolo in parte o del tutto dalla superficie dell'acqua. Possono avere forma a "C", a "L", a "T", o anche essere semplice- mente orizzontali. Proprio la componente orizzontale della loro geometria è fondamentale per generare il cosiddetto "lift", ovvero la spinta verso l'alto che per- mette allo scafo di alzarsi dall'acqua. L'idea ha oltre un secolo di vita e la si attribuisce a Emmanuel Denis Farcot, uno studioso francese che per primo immaginò si potesse realizzare qualcosa di simile già sul finire del XIX secolo. Durante il '900, fu addirittura Alexander Graham Bell, che a lungo si è conteso con Antonio Meucci l'invenzione del tele - fono, a mettere a punto, insieme al collega F.W. Bal- dwin, un mezzo a motore dotato di particolari appen- dici che gli permettessero di sollevarsi dall'acqua. Negli anni '50 dello scorso secolo, andò in acqua il primo aliscafo, costruito presso i Cantieri Navali Ro- driquez di Messina. Avvicinandoci ai nostri giorni, negli anni '90 iniziano le prime vere sperimentazioni applicate al mondo della vela. E fu proprio un mo- stro sacro della vela francese, niente meno che Eric Tabarly, a mettere a punto nel 1994 l'Hydroptere, un trimarano dotato di foil che negli anni ha stabilito vari record di velocità. di Jean Bonnet