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SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela

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www.solovela.net 4 Sommario Tra Scilla e Cariddi sulla rotta di Ulisse Le correnti dello stretto di Massimiliano Cusimano 50 T e c n i c a d i n a v i g a z i o n e di Massimilano Cusimano L o stretto di Messina è uno dei luoghi più iconici in Mediterraneo, cantato dai poeti e temuto dai velisti, transitare nelle sue acque non è mai banale. Il perché, secoli e secoli fa, lo aveva capito già Omero, che narrando le gesta di Ulisse nell'Odissea, a proposito di Carid - di, ninfa delle acque prima e mostro marino poi che dimorava in questi luoghi, scriveva: "…e sotto Carid- di gloriosamente l'acqua livida assorbe. / Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe / paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe". Il poeta nell'Odissea non parlava d'altro che della corrente, il grande "mostro", dello stretto di Messina, che ancora oggi non fa dormire sonni tranquilli a tutti coloro che transitano in queste acque. Le correnti dello stretto di Messina erano famose già tra gli antichi greci, e ancora oggi è uno dei passaggi più affascinanti del Mediterraneo. Tra Scilla e Cariddi sulla rotta di Ulisse La regata del tè Quando i clipper si sfidavano sulla rotta fra Cina e Inghilterra N el XIX secolo, il commercio del tè tra la Cina e l'Inghilterra diede vita a vere e proprie sfide tra clipper che percorreva - no questa rotta alla massima velocità per portare in patria i loro preziosismi carichi. Una in particolare, l'edizione del 1866, è diventata fa - mosa come la regata in cui gli equipaggi si sono dati battaglia per oltre tre mesi, senza concedere un me- tro all'avversario, raggiungendo la meta dopo 14000 miglia di oceano, con un distacco tra di loro irrisorio. di Luca Da Damos S t o r i a La regata del tè Quando i clipper si sfidavano per portare il tè dalla Cina all'Inghilterra, davano vita alle più emozionanti regate d'altura attraverso gli oceani. di Luca da Damos 56 Q uando si pensa ad imbarcazioni in lami- nato la prima cosa che ci viene in mente è la vetroresina. Da oltre cinquant'anni questo materiale composito è utilizzato nella maggioranza delle imbarcazioni, ma negli ultimi decenni si è affacciato un nuovo ma - teriale: il carbonio. Il vetro è un elemento molto comune, e se ci stupi- sce che un materiale così duro possa diventare un "morbido ed elastico tessuto" è facile capire come ciò possa avvenire attraverso la fusione. Ma il Carbonio? Anche questo materiale è ben cono - sciuto. Sappiamo che nelle sue varie forme brucia, che è alla base dei diamanti, che noi stessi siamo composti in gran parte da questo elemento, ma ci è difficile pensare ad esso come ad un "morbido ed elastico tessuto". Eppure, è possibile. Cos'è il carbonio Il carbonio in natura ha forme differenti. Dalle più mor - bide, come la grafite, alle più dure come il diamante. Ha anche grande predisposizione ai legami chimici con altri elementi. Queste proprietà permettono l'e - sistenza a milioni di composti del carbonio che for- mano le basi di tutta la vita sulla Terra. Il carbonio è infatti presente in tutte le forme di vita organica. In natura, lo troviamo nelle piante, negli idrocarburi e, manco a dirlo, nel carbone. È talmente comune e onnipresente che lo si utilizza per verificare l'età di reperti antichi. Tutto ciò stupisce, se si pensa che il carbonio come materiale ed elemento tecnologico nasce solo negli anni '50. In quell'epoca vennero prodotte le prime fibre di questo elemento, carbonizzando il rayon a una temperatura di circa 1000 °C. Si ottenne così un materiale con una resistenza a trazione di 280 MPa, quando il vetro si attesta sui 40 Mpa. Un Mega Pascal equivale a circa 100 Kg forza per centimetro quadro e oggi sono allo studio fibre con resistenze dell'ordine dei 5000 MPa. di Stefano Madella T e c n o l o g i a Carbonio Leggero, resistente, rigido, estremamente costoso e bello. Tutti i segreti della fibra più bramata dai cantieri e dai velisti. Carbonio I segreti della fibra più bramata dai cantieri e dai velisti di Stefano Madella 72 I n un panorama di mercato, dove i catamarani di serie sacrificano puntualmente le prestazio- ni sull'altare delle comodità, l'Excess è il nuovo paradigma; nell'arcipelago Ponziano, abbiamo avuto modo di provare una barca comoda che si muove anche con pochissimo vento. La vera differenza tra questo e gli altri catamarani è proprio la capacità di divertire. I multiscafo da crocie - ra hanno solitamente buone prestazioni a vela, ma a volte deludono i velisti in cerca di eccitanti cavalca- te o barche molto reattive. Un po' le timonerie sono alte e i cavi fanno diverse curve per raggiungere la plancia, perdendo così la sensibilità; un po' il peso di fly troppo alti o ingombranti pozzetti di prua non permettono spunti apprezzabili. L'Excess 11 invece ha timonerie che sono quasi in presa diretta con le pale, con la stessa sensibilità di un monoscafo. Quando si timona l'Excess 11 si av - verte il vento, la spinta delle vele, si percepisce net- tamente quando lo scafo sopravento si alleggerisce. Premesso che la barca da noi provata montava due eliche Ewol E3 che incidono sia sulle prestazioni a vela che a motore, la barca con circa 3,9 nodi sfiora- va i 3 nodi e, nelle raffiche fino a 7 nodi, la velocità è salita in modo repentino a 4,6 – 4,7 lasciando chiara- mente intuire le possibilità di questi scafi. Versioni e piano velico L'esemplare da noi provato aveva un allestimento Pulse, ovvero una versione più sportiva della stan - dard. La Pulse Line ha un albero maggiorato, il bom- presso di serie con tutta l'attrezzatura per il code 0, incluso il frullone di prua, randa square top, fiocco nero con fascia UV arancione. 58,6 metri quadri per la randa, 23 per il fiocco. Attrezzatura di coperta e albero Si nota subito l'albero a proravia della tuga, in una posizione molto simile a quella dei monoscafi moder - ni. Questa configurazione permette una randa con una superficie velica maggiore. Tutti i rinvii corrono sul ponte molto vicini alla tuga e sono a vista. I winch posizionati davanti alla timone - ria sono serviti da due batterie di stopper, ma la loro misura è di 40, un po' troppo piccoli soprattutto per la randa. Si consiglia di chiedere winch almeno da 46, più proporzionati agli sforzi richiesti. La posizione dell'attrezzatura di coperta è ideale per poter essere gestita da una sola persona e anche il fiocco autovi - rante facilita molto la navigazione. di Maurizio Anzillotti P r o v a Excess 11, il divertimento raddoppia Abbiamo testato l'Excess 11 a Palmarola per due giorni. Una prova completa, durante la quale abbiamo avuto modo di analizzare e vivere la barca, ormeggiarla, vederla in navigazione con cattivo tempo e sperimentare quello che funziona e quello che invece si può migliorare. 94 di Maurizio Anzillotti Excess 11, il divertimento raddoppia Una prova completa del catamarano gli articoli portanti

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