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SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela

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www.solovela.net Solovelanet 61 www.solovela.net - www.solovela.net - www.solovela.net SNV solovelanet N° 61 - 2022 Storia La regata del tè Tecnologia Carbonio Scienza L'arte di prevedere il tempo Tecnologia Si fa presto a dire foil Viaggi L'esplorazione a vela della Polonia Tecniche di navigazione Tra Scilla e Cariddi Prova Excess 11 Copertina Il catamarano Excess 11 6 16 www.solovela.net LIBRI Alessandro Barbero insegna storia medievale all'università di Torino I l professor Barbero ha il pregio di aver sdoganato la storia, raccontandola al grande pubblico come se fosse una fiaba. Anche chi a scuola odiava que - sta materia o per diverse ragioni non ha potuto approfondirla, ha trovato nel medievista torinese un modo di conoscere o ritrovare quei personag - gi richiusi nei polverosi sussidiari che riprendono vita attraverso la sua affabulazione. Autore di molti saggi e protagonista di affollate e apprezzate lezio- ni, Barbero ha scritto anche alcuni romanzi, dimo- strando una dote di narratore pari alla sua compe- tenza di storico. "Gli occhi di Venezia", pubblicato da Mondadori al prezzo di copertina di 12,50 euro, è un affresco sto - rico ambientato nel pieno del '500, in un momento in cui la dominazione veneziana del Mediterraneo è contesa dagli ottomani, dagli eterni rivali genovesi, da pirati e nemici interni che tramano nell'oscuro ai danni della Serenissima. Centinaia di galere collegavano gli insediamen - ti dello "Stato de mar", lungo la Dalmazia, Corfù, considerato l'occhio di Venezia, la Morea, Candia. Perfino nella capitale del sultano, un importante ambasciatore mantiene i contatti con la repubblica del Leone: è l'ambiguo Girolamo Lipomanno, bai - lo di Costantinopoli, personaggio preso in prestito dalla storia reale. L'intera vicenda narrata nel romanzo è basata sulla storia d'amore di due giovani veneziani, Michele e Bianca. A causa di un'accusa ingiusta, il ragazzo fugge su una delle tante galere che salpavano da Venezia, avide di braccia da mettere ai remi, che non andavano molto per il sottile per imbarcare, con mezzi leciti o illeciti, galeotti, che una volta a bordo difficilmente riuscivano ad emanciparsi dalla loro situazione di schiavi legalizzati. La storia a questo punto si spacca in due, seguen - do per linee temporali parallele le avventure di Michele in giro per il Mediterraneo e quelle altret- tanto pericolose di Bianca, moglie di Michele che rimasta senza compagno e senza sostentamento di Luca Da Damos "Gli occhi di Venezia" di Alessandro Barbero Una navigazione da un lato all'altro del Mediterraneo tra intrighi internazionali, complotti, storie di amore e tradimenti, sullo sfondo della Venezia del '500. News Libri 16 Sommario 24 www.solovela.net NEWS N on è la prima volta che accade al Sail Gp e anche in questo caso per fortuna non ci sono state conseguenze per i velisti, ma lo scontro tra Team GBR e Team Japan è stato pericoloso. È accaduto a Sydney, durante la terza regata dell'esordio stagionale del circuito dedicato ai catamarani F50 e ideato da Russel Coutts e Larry Ellison. La collisione è avvenuta nella fase di prepartenza, che in queste regate è all'andatura di traverso. Team Japan si trova sottovento, ha quindi diritto di rotta su chi arriva da sopravento, ovvero gli altri cat e Team GBR. Gli inglesi sembrano per - dere il controllo della barca in accelerazione mentre poggiano verso la linea di partenza e non riescono a tornare all'orza in tempo per evitare la collisione, che avviene a una ventina di nodi di velocità. Come si nota nelle foto, dietro il punto di impatto ci sono gli uomini dell'equipaggio di Team Japan: il fatto che i cat volano sui foil aumenta ancora di più la pericolosità degli incidenti. Il contatto avviene spesso dall'alto verso il basso, con il rischio di gravi implicazioni per i velisti. Nel caso specifico entrambe le barche si sono dovute ritirare dalla rega - ta, Team Japan ha subito i danni maggiori, con la prua completamente tranciata. La formula delle regate di flotta con i catamarani foiler, con le partenze al traverso, rende questi rischi reali, ma in fin dei conti il genere Formula 1, con il pericolo del botto, è proprio il tipo di show televisivo che gli organizzatori del Sail Gp hanno inseguito fin dall'inizio. La speranza è che la perizia dei velisti e la loro prudenza in certe situa - zioni facciano la differenza per la sicurezza. Brutto incidente tra Team GBR e Team Japan, nessuna conseguenza tra i velisti, è l'ennesima collisione da quando esiste il SailGp La prua troncata del Team Japan; appena prima dello squarcio, gli uomini dell'equipaggio 24 News Rubrica ACCESSORI 28 www.solovela.net B inox è il primo profilo in acciaio inox 316 L senza viti, sviluppato appositamente per i Mega Yachts. Tessilmare ha utilizzato un nuovo innovativo processo di produzione di Binox. L'inserto in acciaio viene montato a pressione direttamente sulla base in PVC. Nessuna vite risulta visibile sulla superficie di acciaio e il risultato è una bellissima finitura a specchio, molto elegante su qualsiasi imbarcazione. http://rubrails-tessilmare.com/boat-rub-rails/binox-boat-rub-rails/ A llfree è una macchina per caffè 12/24 Volt a cialde carta compo- stabili, senza uso di inverter e a basso consumo, particolarmen- te indicata per barche a motore e a vela, non dotate di generatore di corrente. 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Quest'aspetto, forse addirittura più di quello sportivo, ha fatto innamorare il pubblico di Pedote. Il suo è stato un Vendée Globe concreto. Giancarlo sapeva che il suo budget per questa campagna era piuttosto ridotto, e quando i fondi scarseggiano lo skipper saggio non può permettersi di strafare. Sa - peva di non potere correre il rischio di danneggiare in modo irreparabile la barca, perché questo avreb- be significato mettere a rischio gli sviluppi futuri del- la sua carriera. Sapeva anche che la sua Prysmian, pur non aggiornata con foil di ultima generazione, era una barca solida e ben rodata. Così Pedote si è messo in coda al gruppo dei primissimi e non li ha mollati più, per tutto il giro del mondo. C'è stato anche chi lo ha criticato per la sua condotta spor - tiva un po' da ragioniere e molto prudente in tante fasi, ma l'italiano non poteva permettersi di giocare la regata fino in fondo come gli skipper di testa spal - leggiati da sponsor milionari. Era cosciente del fatto che il suo primo obiettivo, per avere la possibilità in futuro di dire la sua, era in primo luogo portare la barca al traguardo. In alto, Pedote bacia la sua Prysmian dopo avere tagliato il traguardo del Vendée Globe. Qui sopra, L'Imoca 60 Prysmian Group l 2021 della vela italiana è stato l'anno dei successi. Anche per la nostra disciplina, nelle sue varie decli- nazioni, 12 mesi densi di successi e di risultati, alcu- ni dei quali di importanza storica. Tre avvenimenti in particolare hanno segnato pagine indelebili che ver- ranno ricordate a lungo: il miglior risultato di sempre di un italiano al Vendée Globe, il migliore risultato di una barca italiana nella storia della Coppa America e una medaglia d'oro olimpica che mancava da ben 21 anni. La vela ha fatto sentire la sua voce, nell'anno che verrà ricordato come quello del grande riscatto dello sport azzurro. Vendée Globe: Pedote eroe di tutti Al giro del mondo senza scalo, senza assistenza e in solitaria, la vela italiana ha la faccia di un ragazzo toscano, che ormai da oltre un decennio ha dedicato alle regate oceaniche la sua vita e il suo lavoro. Il 2021 della vela italiana tra Vendée globe, Coppa america e Olimpiadi Come per gli altri sport azzurri, quello trascorso è un anno memorabile per la vela, che ha centrato risultati storici, alcuni dei quali mai ottenuti prima. di Matteo Penna di Matteo Penna 42 L'esplorazione a vela della Polonia Sorprese fra paesini pittoreschi e paesaggi insoliti 36 37 www.solovela.net www.solovela.net v i a g g i Nella pagina precedente la particolare configurazione del il golfo di Puck. Qui sotto, il benvenuto della città di manca qualcosa e i colori delle barche I charter Trovare la barca è stato rocambolesco. Cercando con Google "sail charter poland" venivano fuori pochissi- mi siti, dal look un po' démodé. Ho provato via mail, ma nessuno ha risposto. Ho provato a rimandare mail tradotte automaticamente in polacco, allora qualcu- no mi ha risposto spiegando che la sua attività era fallita l'anno precedente causa pandemia. In seguito, ho scoperto l'inghippo: le società di charter esistono eccome, ma le loro pagine web per il mercato estero sono rigorosamente in tedesco e in russo. Miracolosamente in quei giorni mi arriva la newsletter di un portale charter, che regolarmente cestino, ma stavolta la clicco. Provo a cercare barche a Danzica e mi si presenta un Dehler 34 con la fatidica scritta "Captain is not included". L'ho subito prenotata. La cosa curiosa di questa piattaforma è che si può pre - notare "a ore". Non solo la data, ma anche l'orario di check-in lo sceglie il cliente. Ho quindi prenotato la barca in base all'orario dei voli diretti Milano-Danzica e cioè dal lunedì ore 14:30, al sabato stessa ora. Il marina a testa d'aglio. Ed eccoci all'imbarco, sul pontile con lo zaino anco- ra in spalla a salutare l'armatore, un simpatico qua- rantenne polacco con i capelli lunghi e il segno degli occhiali da sole sul viso abbronzato. Ero convinto che avesse ereditato la barca dal padre, visto che si trattava di un Dehler di 35 anni fa; invece, Robert mi racconta che ha comprato la barca usata tre anni fa, per partecipare alle regate del Baltico. Durante il check-in rimango sbalordito dalla sua competen - za velica e soprattutto da come ha allestito la sua barca, con tutti gli accorgimenti per una navigazione efficiente e sicura. La navigazione inizia con un bel bordo di 18 miglia al traverso, venticello forza 4, sotto un sole che an - dava e veniva; l'ideale per prendere confidenza con una barca mai usata prima. Man mano che ci avvici- navamo al porticciolo di Hel si rendeva sempre più visibile uno strano edificio bianco a forma di testa d'aglio. Era l'ufficio della direzione del porticciolo, probabilmente opera di qualche architetto bizzarro. Il direttore del porto, un distinto signore con gli occhia - lini e i baffetti bianchi, ci indica con discrezione dove ormeggiare. Non spiaccica una parola di inglese, ma si rivela molto comunicativo, ci fornisce tutte le infor- mazioni necessarie per la doccia e l'elettricità a suon di sorrisi e gesti. I colori del golfo di Puck Mercoledì una lunga bolina ci porterà a Kuźnica. Sal- piamo. M a c'è il mare in Polonia? Questo è quello che mi dicevano gli amici quando gli par- lavo del mio progetto di noleggiare una barca a Danzica per farmi una settimana di vela. Mai sentito parlare dei cantieri navali di Dan- zica? Ah sì, famosi... mi dicevano. La Polonia a vela Prima di avventurarmi a cercare una barca in loca- zione lassù, mi sono domandato: ma sarà ventoso? Farà freddo? Ci sarà marea? "Probabilità 40% di vento forza 3-4" recitava la statistica di Windy, ma a noi è andata meglio. Nella nostra settimana abbiamo avuto una sola giornata con 24 nodi di vento e ab - biamo navigato un paio di giorni coi terzaroli. Anche sul clima siamo stati fortunati: le statistiche davano "temperatura media 20 °C ad agosto", ma noi abbia- mo navigato in maglietta quasi tutti giorni. Su marea e corrente ci hanno azzeccato: il Mar Baltico è privo di marea, come il Mediterraneo. Forse sono le con- dizioni del mare di questa parte d'Europa, l'incognita più temuta da tutti i velisti, ma la penisola di Hel è una singolare lingua di terra larga 200 metri e lunga 35 km che protegge il golfo di Puck dall'onda alta del Balti- co e garantisce mare piatto tutti i giorni, tant'è vero che moltissime sono le scuole di vela per bambini. In pratica, all'interno del golfo di Danzica si forma un golfo dentro al golfo. È un'insenatura che misura 20 x 14 miglia, più o meno come il nostro Golfo di Napoli, la misura ideale per una settimana di vela. Esplorazione a vela della Polonia La Polonia non è certo una meta classica per i velisti italiani, ma può regalare molte sorprese, fra paesini pittoreschi e paesaggi insoliti. Ecco il resoconto di una settimana di vela a Danzica. di alessandro Mazzetti di Alessandro Mazzetti 36 L'arte di prevedere il tempo Internet, i radar, i satelliti con i classici strumenti e l'occhio umano C on la diffusione di internet ci sono tan- tissime informazioni metereologiche di- sponibili, decine di app e siti web che offrono previsioni meteo per ogni ora del giorno e per ogni luogo sulla terra, con grafiche e risoluzioni accattivanti. Indiscutibilmente questa moltitudine di risorse è mol - to utile, ma non è sufficiente per ottenere le migliori previsioni meteo. di Stefano Cioni M e t e r e o l o g i a Il caffè e l'arte di prevedere il tempo Internet, i satelliti, i radar, accoppiati ai classici strumenti di misurazione e all'occhio del buon marinaio, consentono previsioni del tempo per una bella veleggiata o per una sicura notte in rada. di Stefano Cioni 84 WC nautico gioie e dolori Argomento poco elegante, ma di pressante necessità. Istruzioni per l'uso Q uando si valutano le difficoltà che incon- tra in barca un neofita, tutti pensano al mal di mare, alla sensazione di paura ri- spetto agli elementi scatenati, al vento che ruggisce, agli spruzzi di acqua sala- ta, al pericolo delle manovre. Giuste apprensioni, ma accanto a queste, argomento meno nobile e avventuroso, non è da sottovalutare l'impatto sul neo-marinaio della gestione a bordo del proprio intestino. Mediamente nelle barche da diporto il concetto di privacy è infatti piuttosto inter - pretabile; e a questo senso di spaesamento – che in alcuni casi diventa un vero e proprio blocco mentale e fisico – si aggiunge la gestione del wc nautico che, pur rassicurante per similitudine con quello terrestre, presenta indubbie complicazioni. Come è fatto un wc nautico Del tutto simile nell'estetica al fratello terrestre, il wc nautico in realtà è costruito in tutto altro modo, per - ché il suo funzionamento risponde a un progetto di ingegneria idraulica totalmente diverso: qui l'acqua non scorre per caduta, bensì viene immessa a pres- sione nella fase di carico e aspirata per evacuazione nella fase di scarico. Condiviso da tutti i sistemi di carico e scarico, è il cosiddetto "collo d'oca", il lungo sifone collegato alle prese a mare che, passando abbondantemente al di sopra della linea di galleggiamento, previene la pos - sibilità di inondare accidentalmente la barca. Sui sistemi di scarico invece è necessaria una distin- zione, perché le barche immatricolate dopo il 2016, per normativa comunitaria, devono essere dotate di serbatoi di recupero delle acque nere. Questa impo- sizione è doverosa nell'ottica della tutela dell'am- biente, anche se poi, a causa della grande carenza di stazioni di aspirazione e smaltimento funzionanti nei porti e nei marina, si finisce prevalentemente per scaricare i liquami direttamente in mare aperto. Ri- cordiamo che tale operazione deve avvenire almeno a tre miglia dalla costa, per limitare l'inquinamento costiero. I sistemi con serbatori di recupero, presentano sul tubo di scarico anche un bypass ad "Y" che permette di deviare lo scarico direttamente in mare quando si naviga in altura. di Antonio Giovanelli T i t p o l o g i a d e l l ' a r t i c o l o Wc Nautico: gioie e dolori del diportista moderno Argomento poco elegante, ma di pressante necessità. Istruzioni per l'uso del meno nobile, ma spesso indispensabile accessorio della barca. di Antonio Giovanelli 90 Si fa presto a dire foil Come funzionano e quanto costano F oil: una delle parole più usate, e forse anche abusate, nel mondo della vela negli ultimi anni. Che sia scoppiata una vera moda è sotto gli occhi di tutti: foil al Vendée Glo- be, in Coppa America, foil anche su alcune barche di serie o da crociera; la vela moderna è stata rivoluzionata da queste appendici. Ma a cosa servo- no, dove sono nate, su che tipo di barche si montano, che costi comportano e chi può navigarci? Abbiamo provato a rispondere a tutte queste domande, cer- cando di discernere tra la moda del momento e la sostanza di questo fenomeno senza dubbio molto interessante. Le origini dei foil I foil sono appendici - delle derive per intenderci me- glio - la cui forma consente di aumentare il momento raddrizzante e di ridurre in modo drastico la resisten- za idrodinamica dello scafo, sollevandolo in parte o del tutto dalla superficie dell'acqua. Possono avere forma a "C", a "L", a "T", o anche essere semplice- mente orizzontali. Proprio la componente orizzontale della loro geometria è fondamentale per generare il cosiddetto "lift", ovvero la spinta verso l'alto che per- mette allo scafo di alzarsi dall'acqua. L'idea ha oltre un secolo di vita e la si attribuisce a Emmanuel Denis Farcot, uno studioso francese che per primo immaginò si potesse realizzare qualcosa di simile già sul finire del XIX secolo. Durante il '900, fu addirittura Alexander Graham Bell, che a lungo si è conteso con Antonio Meucci l'invenzione del tele - fono, a mettere a punto, insieme al collega F.W. Bal- dwin, un mezzo a motore dotato di particolari appen- dici che gli permettessero di sollevarsi dall'acqua. Negli anni '50 dello scorso secolo, andò in acqua il primo aliscafo, costruito presso i Cantieri Navali Ro- driquez di Messina. Avvicinandoci ai nostri giorni, negli anni '90 iniziano le prime vere sperimentazioni applicate al mondo della vela. E fu proprio un mo- stro sacro della vela francese, niente meno che Eric Tabarly, a mettere a punto nel 1994 l'Hydroptere, un trimarano dotato di foil che negli anni ha stabilito vari record di velocità. di Jean Bonnet T e c n o l o g i a Si fa presto a dire foil Sono diventati quasi una moda, ma quando sono nati, come funzionano, quanto costano e a quali velisti sono destinati. Viaggio nel mondo delle barche volanti. 78 di Jean Bonnet Clipper round the world yacht race Giro del mondo a tappe a bordo di un Clipper da 70 piedi V ivere a bordo con altre 22 persone è al- trettanto una sfida come navigare attra- verso gli oceani. Dovrai essere tollerante, ma quando sorgono problemi affrontali rapidamente prima che si sviluppi il ri- sentimento. Ricorda, non andare mai a letto finché il problema non sarà risolto. Dato che andrai a letto tre volte al giorno, questo dovrebbe stroncare qualsiasi problema sul nascere! Il consiglio di sir Robin Knox-Johnston, fondatore e presidente della Clipper round the world yacht race chiarisce perfettamente quali sono le problematiche della convivenza durante un giro del mondo a tappe per equipaggi non professionisti. Uno dei "training skipper", ovvero uno dei responsabili per la forma - zione e la preparazione degli equipaggi, spiega come si vive a bordo dei Clipper che partecipano alla re- gata. Le guardie Per poter affrontare una regata oceanica con un equipaggio di oltre 20 elementi, navigando 24 ore al giorno, è necessario che la vita a bordo sia regolata in turni o guardie. Esistono diversi modelli di guardie: un sistema comune è quello di turni di quattro ore durante la notte e di sei ore durante il giorno. Questo ciclo ha il vantaggio di dare l'opportunità di dormire a lungo durante il giorno, ma contempora - neamente limitare il tempo trascorso in coperta di notte. 6 ore sul ponte in condizioni di buio e freddo possono sembrare eterne. Indipendentemente dal sistema di guardie che si an- drà a utilizzare, va sempre affiancato al turno in co- perta, un turno di cambusieri. La normale guardia è quindi responsabile della gestione del ponte, il cam- busiere cucina e pulisce, mentre chi ha finito il pro- prio turno riposa. Spesso un equipaggio impiega dalle 24 alle 36 ore per adattarsi in un sistema di guardie. Questi primi giorni possono diventare molto diffici- li poiché inizialmente è improbabile riposare bene; tuttavia, una volta stabilita una corretta routine, la vita sembrerà presto abbastanza normale. Questo ritmo offre molto tempo per riposare, ma permette allo stesso tempo di mantenere buone prestazioni di navigazione. di Stefano Cioni R e g a t e Clipper round the world yacht race – la vita a bordo Organizzazione, ruoli, preparazione, la disciplina e il lavoro quotidiano che permettono a un equipaggio numeroso di condividere spazi, sforzi ed emozioni a bordo di un 70 piedi per 10 mesi, nel giro del mondo a tappe. 64 di Stefano Cioni Editoriale pag. 3 Sommario pag. 4 Sondaggio, l'anello al centro della bugna pag. 8 La leggenda vivente che non vive più pag. 10 Il Comet 910 pag. 12 Libri: Gli occhi di Venezia pag. 16 Barche - I nuovi modelli pag. 19 Barche - Evergreen pag. 20 News (Rubrica) pag. 24 Accessori (Rubrica) pag. 26 Mini Transat e la vela italiana pag. 30 Punta Ala, un vizio di forma evita il Bolkestein pag. 32 Esplorazione a vela della Polonia pag. 36 Il porto di Milano pag. 40 Il 2021 della vela italiana pag. 42 Il prezzi e il mercato delle barche volano pag. 48 Tra Scilla e Carriddi sulla rotta di Ulisse pag. 50 La regata del tè pag. 56 Clipper round the word yacht race pag. 64 Carbonio pag. 72 Si fa presto a dire foil pag. 78 Il caffè e l'arte di prevedere il tempo pag. 84 WC Nautico: gioie e dolori pag. 90 Prova: Excess 11 pag. 94 Ultima pagina pag. 102

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