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SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela

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www.solovela.net 4 Sommario Navigare nel fiordo di Bodrum in turchia L'antica Alicarnasso è oggi uno dei più importanti centri turistici della Turchia di Luca Da Damos 56 I t i n e r a r i L a sosta a Bodrum è già di per sé un buon motivo per scegliere la Turchia per le va- canze. Ben poco resta del monumento funebre di Mausolo, compreso da Plinio il vecchio tra le sette meraviglie del mondo, ma è possibile perdersi tra i giardini con piante sub- tropicali delle case imbiancate a calce e visitare il museo di archeologia subacquea dell'isola di San Pietro. Nonostante la forte vocazione turistica la cit- tà ha mantenuto una propria identità e non è stata deturpata dal cemento. Il marina Milta è uno dei più prestigiosi porti dell'E- geo e vi si può trovare di tutto. Si tratta di un piccolo paese a parte, dove è possibile passeggiare tra lo- cali e boutique dei marchi più famosi. I prezzi, so- prattutto per la cambusa, sono più alti che altrove. di Luca Da Damos L'antica Alicarnasso è oggi uno dei più importanti centri turistici della Turchia, servito dall'aeroporto di Milas, a circa 40 minuti dal porto. Navigare nel fiordo di Bodrum in Turchia Cartografia digitale il nuovo modo di navigare nella rete Come cambia il carteggio tradizionale T i p o l o g i a d e l l ' a r t i c o l o P rogrammare una determinata rotta avva- lendosi delle carte nautiche è alla base della navigazione e ogni diportista do- vrebbe conoscerne le nozioni basilari an- che per piccole crociere. Ormai da molti anni però il classico carteggio con goniometro, ma- tita e carta nautica è stato progressivamente affian- cato e a volte in parte sostituito, dalla cartografia digitale. I moderni GPS cartografici hanno digitalizzato le mappe nautiche e offerto la possibilità agli utenti di programmare in modo semplice e intuitivo la propria navigazione. Attenzione però a cosa dice la normati- va, perché nel caso della navigazione oltre le 12 mi- glia le carte nautiche tradizionali devono comunque essere presenti a bordo come ausiliarie a eventuale strumentazione elettronica. Un GPS è invece ob- bligatorio già appena si superano le 6 miglia dalla costa. Quindi di fatto il vecchio carteggio è un'ar- te marinaresca che occorre ancora conoscere se si intendono affrontare navigazioni più impegnative di quelle lungo la costa. La tendenza è però decisamente quella di andare verso la digitalizzazione delle funzioni della barca e della programmazione della navigazione ed è così che la cartografia digitale oggi ha un ruolo centra- le sia all'interno del mercato nautico, con numero- se aziende specializzate, sia in generale nell'uso comune dei diportisti. Abbiamo detto che l'utilizzo della cartografia digitale è qualcosa di semplice e intuitivo anche se, come vedremo, occorre usarla con perizia. In ogni caso, questo tipo di cartografia offre molte opzioni a cominciare dai supporti su cui possiamo averla disponibile, rivoluzionando un po' l'idea stessa del carteggio. di Matteo Penna Cartografia digitale, il nuovo modo di navigare nella rete Il carteggio tradizionale con lo sviluppo delle nuove tecnologie è profondamente cambiato e l'esperienza della navigazione si è arricchita. di Matteo Penna 64 S t o r i a di Luca Da Damos La mappa di Piri Reis Nel Gran Serraglio di Istanbul viene trovata una mappa misteriosa che rappresenta terre ancora da scoprire. È il 1929 quando uno studioso tedesco viene incaricato da Atatürk di catalogare l'enorme quantità di documenti presente all'interno del palazzo dimora del sultano di Istanbul. La Turchia moderna è appena nata e Kemal Mustafà detto "il padre dei turchi" cer- ca di rimettere ordine in quel drammatico e meravi- glioso accumulo di macerie e culture che è la nuova Turchia, uscita dal disgregarsi dell'impero Ottomano, sopravvissuta a una guerra mondiale e appena nata da una guerra d'indipendenza. Un archeologo tede- sco di nome Deissmann sta catalogando l'imponen- te eredità ottomana custodita all'interno del Topkapi che fu sede amministrativa dell'impero, quando si imbatte in un rotolo gettato in parte, polveroso e se- minascosto sotto una pila di tomi e altri documenti. È una pergamena ricavata da pelle di gazzella sulla quale è disegnata ad acquerello una mappa. L'impero ottomano ha conteso il Mediterraneo agli europei per secoli ed era del tutto normale che a bordo delle navi che solcavano le rotte commerciali in cerca di nuovi mercati o nuove prede da saccheg- giare si trovasse cartografia delle rotte più frequen- tate. Eppure, questa mappa è diversa da tutte le altre e il professore tedesco si rende conto imme- diatamente che la reliquia che ha tra le mani potreb- be aprire una nuova pagina nella storia delle grandi scoperte geografiche. La firma sul documento è di Hagji Ahmed Muhiddin Piri, meglio noto con l'attributo di Reis, che tradotto dal turco significa "comandante" o "ammiraglio. Il comandante Piri o meglio Piri Reis aveva combat- tuto diverse battaglie contro gli infedeli agli ordini di Solimano il Magnifico. È il XVI secolo, il periodo dell'assedio di Famagosta, della battaglia di Lepan- to e dei corsari che si sfidano tra le isole dell'Egeo e sotto le rocche dei corsari di Algeri e delle città veneziane sparse per il Mediterraneo orientale. Piri era dunque un corsaro, ma come tutti i marinai era appassionato di geografia e cartografia ed è anche l'autore del "Libro del Mare" uno dei più importanti portolani del Mediterraneo che in successive edizio- ni venne ampliato a contemplare anche il Mar Nero. La mappa che il tedesco si trova tra le mani nel 1929 al palazzo Topkapì non si limita a tratteggiare le coste del mediterraneo, spingendosi addirittura del Mare Nero. In uno dei due frammenti della mappa, trat- teggiati a ovest della penisola iberica e dell'Africa si possono distinguere nettamente due grandi porzioni di costa che apparentemente sembrano combaciare La mappa di Piri Reis Nel Gran Serraglio di Istanbul viene trovata una mappa misteriosa di Luca Da Damos 72 T e c n i c a di Stefano Cioni Considerazioni sulla scelta del piano velico ottimale per partecipare alla ARC, la traversata oceanica per eccellenza. I n una traversata oceanica, dove i venti sono qua- si sempre portanti, la prima vela da considerare è quella di prua. Sarà la più utilizzata e quella che più delle altre sarà messa alla prova. È più lontana dall'albero e non risente dei vortici da esso creati, è di più semplice gestione nelle rego- lazioni, nelle virate, nelle abbattute, nel suo imma- gazzinamento e in caso di riduzione. La combinazio- ne con le altre vele diventa importante per trovare il migliore compromesso per completare la traversata. Vele e governo Per condurre una barca a vela in una traversata oce- anica, l'equilibrio del piano velico è fondamentale e deve essere ben ponderato, in considerazione del tempo di navigazione e della distanza da qualsiasi possibilità di approdo. Molti sono i fattori che concorrono nel trovare un punto di equilibrio soddisfacente: - l'attrezzatura; - l'equipaggio che dovrà regolare le vele al meglio; - le caratteristiche dello scafo. Le combinazioni possibili sono moltissime: si può prevedere di navigare con un solo genoa, con vele di prua accoppiate, utilizzando più vele portanti di grandi dimensioni, fantasie e colori. Ai fini della semplicità d'uso, senza perdere molto in performance, quasi tutte le imbarcazioni optano per vele avvolgibili a prua, soluzione possibile anche per le vele non inferite come gennaker o code 0. Anche la vela principale può essere avvolgibile, ma la scelta ricade spesso su una randa completamente steccata, più efficiente e più semplice da ammainare in un lazy-bag. Come la scelta dell'armo migliore, anche la tecnolo- gia e i sistemi di assistenza portano un enorme mi- glioramento della sicurezza dell'equipaggio e, a sua volta, della semplicità di conduzione dello yacht. Tuttavia, tutti i meccanismi necessitano di una rigo- rosa routine di controlli e manutenzioni quotidiane; basti pensare a quanto potrebbe essere stressante e potenzialmente pericoloso vedersela con un avvol- gitore bloccato con vento e mare che rinforzano. La scelta delle vele per la prima traversata oceanica 78 di Stefano Cioni La Scelta delle vele per la traversata oceanica Considerazioni sul piano velico ottimale per partecipare alla ARC gli articoli portanti

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