SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela
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36 www.solovela.net Cala Sant'Andrea – (Άντρι) Atena raggiunse il giovane Telemaco a Sparta e gli parlò perché facesse ritorno in patria al più presto, avvisando che alcuni tra i pretendenti lo avrebbero atteso "tra la rocciosa Same e Itaca" per ucciderlo. "Tieni la prua, lontano dalle isole e naviga tutta la notte, prendi terra sulla prima punta di Itaca e re - cati subito da Eumeo. Giunto presso la capanna del porcaio, Telemaco poté finalmente ricongiun- gersi al padre". A Cala Sant'Andrea, la punta più meridionale di Itaca, Telemaco su consiglio di Atena approda per sfuggire all'imboscata dei Proci. L'imboc - catura non è ben visibile dal largo, un costone di roccia chiaro è forse il miglior punto di riferi- mento. È una cala rocciosa deserta, completa- mente aperta ai venti meridionali, ma vi ci si può passare la notte con i venti dominanti. Conviene ancorare in fondo alla cala, dove il fondale è in- feriore, portando una cima a terra per tenere la poppa nella direzione delle raffiche. Apparen- temente poco significativa, questa piccola cala è un ancoraggio isolato dove passare la notte. Appena a ovest della baia si apre il canale di Ita- ca. Qui i proci avrebbero teso l'imboscata a Te- lemaco di rientro da Sparta e qui, specialmente al pomeriggio le raffiche di caduta possono es- sere particolarmente violente, specie se soffia Maestrale. Nella foto qui sotto una cartolina dell'isola di Itaca C 'è un'isola nell'arcipelago delle Eolie, la più remota, la più solitaria, la più lontana. Lontana dalla terra, lontana dal turismo, lon- tana da tutto. Un vulcano scuro che si alza sul mare. Tonda, senza approdi, senza porti, senza ridossi. Quasi inaccessibile per le bar- che a vela. I fianchi della montagna che co- stituisce l'isola sono vergati dai fili, colate di lava pietrificata e Filo dell'Arpa si chiama la sua vetta. Le poche case sono arroccate su lenze, terrazzamenti aggrappati alle pendici del monte. Non c'è dubbio che chi ha scritto il X canto dell'Odissea avesse in mente Alicudi. "Ecco, ed all'isola Eolia giungemmo. Qui aveva soggiorno Eolo, figlio d'Ippòta, diletto ai Signori d'Olimpo. Vagante era quell'isola. Attorno un gran muro di bronzo la circondava, infrangibile, e lisce muraglie di pietra." Alicudi