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MAXI
come la Beneteau. Gli interni sono stati disegnati
dallo studio italiano Nauta Design il quale ha volu-
to creare soluzioni originali che rendono la barca
particolarmente attraente. Al di là delle soluzioni
adottate da Nauta Design come la terrazza priva-
ta dell'armatore che si apre nello scafo, o il poz-
zetto di prua, il Seventy7 è interessante per la sua
costruzione. Se Sunreef costruisce come fanno i
cantieri a motore di Superyacht, startificando uno
scafo e poi costruendo gli interni su misura per
l'armatore in quello che si chiama semi custom,
Lagoon applica a Seventy7 gli stessi concetti co-
struttivi delle altre barche di grandi dimensioni del
gruppo. Forte dell'esperienza già fatta su CNB,
Lagoon attua una serie di tecniche costruttive
mirate a comprimere i tempi di produzione e con
essi i costi della barca. Abbattere i costi signifi-
ca aprire il mercato dei MAXI a un pubblico più
vasto. Sicuramente dopo il Seventy7 arriveranno
barche ancora più grandi e, come è stato per i
monoscafi di CNB che nel giro di poco più di un
anno dal lancio del CNB 76, già ne sono stati ven-
duti un numero non immaginabile per un cantiere
di MAXI , anche nel settore dei grandi catamarani
sicuramente assisteremo a un forte incremento di
unità vendute senza che questo, molto probabil-
mente, determini un calo di vendite da parte degli
altri cantieri, perché barche come il Seventy7 ten-
dono a creare un nuovo mercato più che a con-
quistare quello già esistente.
Di lato, in alto,
il disegno della
terrazza del
Seventy7 che si
apre sul mare
dalla cabina
armatoriale,
soluzione mu-
tuata dai grandi
superyacht
a motore. Al
centro il modulo
del letto della
cabina armato-
riale della stessa
barca, realiz-
zato a terra è
poi assemblato
nella barca.
Nella terza foto
dall'alto si vede
al dinette del
HH66, il cata-
marano tutto in
carbonio che
può toccare
punte di oltre 20
nodi. A seguire
la zona cucina
dell'HH66 e in
basso, la barca
mentre è in
rada