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MAXI
della Volvo si sono rivelati sì delle barche affidabili
ma con performance sotto le aspettative e poco
spettacolari. Ricordiamo che Alex Thomson su
Hugo Boss ha fatto segnare un pazzesco record
sulle 24 ore di 536,7 miglia.
I protagonisti
I protagonisti indiscussi di quest'edizione sono sta-
ti Armel Le Cléac'h e Alex Thomson. Il francese,
un bretone dal carattere schivo, buca lo schermo
molto meno del suo rivale, ma si è dimostrato una
perfetta macchina da oceano durante i 74 giorni di
regata. Regolare come un metronomo, cinico nelle
scelte tattiche, Le Cléac'h è il prototipo dello skip-
per di scuola francese cresciuto sui Figaro. Meri-
tava questa vittoria dopo i due secondi posti delle
passate edizioni, ma sulla sua strada ha trovato un
avversario forse molto più forte rispetto alle previ-
sioni della vigilia.
In pochi, infatti, avrebbero scommesso su un Alex
Thomson così competitivo: dopo l'incidente alla
Transat Jacques Vabre, Hugo Boss è rimasto mesi
in cantiere e il gallese ha avuto poco tempo per
preparare la barca al meglio e curare lo sviluppo
delle performance. Nonostante tutto, Hugo Boss si
è rivelato l'IMOCA nettamente più veloce in deter-
minate condizioni, soprattutto quando c ' e r a
da navigare al lasco con vento forte. L a
domanda ovvia è: dove sarebbe ar-
rivato se non avesse rotto il foil di
dritta al dodicesimo giorno di rega-
ta? Il vantaggio in termini di perfor-
mance è apparso consistente, ma la
vela è uno sport meccanico e gli incidenti in una
regata come il Vendée Globe sono da mettere in
Qui sotto Alex Thompson su HUGO BOSS
mentre fa una riparazione a prua. Sotto, il
villaggio del Vendée Globe qualche giorno
prima della partenza