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utti ricorderanno gli anni tra il 2012 e il 2015 quando non si po-
teva uscire dal porto perché la motovedetta della Guardia di Fi-
nanza faceva la posta e fermava tutte le barche. Erano anni in
cui i diportisti erano visti come "gli evasori", quelli che rubavano
i soldi alla comunità e per questo andavano sorvegliati e se pos-
sibile perseguiti.
Oggi quegli anni sono lontani, il ministro Tremonti, che aveva innescato
quel meccanismo perverso indicando nei porti turistici i covi degli evasori,
è tornato a fare il professore e di danni ne potrà fare solo ai suoi allievi.
La nuova politica ha capito che la nautica può essere una risorsa e che,
quanto meno, nautica significa posti di lavoro, cantieri e turismo.
Ma, per quanto quel periodo scuro da caccia alle streghe sia terminato,
viene da chiedersi, ma i danni chi li paga?
Circa un terzo delle aziende nautiche dell'epoca non esistono più, circa
il 25% dei posti di lavoro che esistevano all'epoca sono andati persi.
Generazioni di artigiani di altissimo livello si sono riconvertiti nell'industria
del mobile e oggi a far le barche ci sono molti operai che una barca non
l'hanno mai vista in vita loro.
Questa è la politica, quando si fa qualcosa di buono tutti corrono a pren-
dersene il merito anche se di merito non ne hanno, ma quando si fanno
danni, danni grandi come l'azzeramento di un comparto industriale, tutti
si girano dall'altra parte, tutti dimenticano, "io non c'ero e se c'ero non ho
visto e non ho sentito nulla", e i cittadini pagano.
Oggi è cambiato tutto, quei politici non ci sono più e quelli rimasti sono
piccoli piccoli, ma ci sono quelli nuovi, speriamo che questi quando
sbagliano non si girino dall'altra parte.
EDITORIALE
In politica, chi sbaglia
non paga mai
Durante la crisi, l'incompetenza dei nostri politici ha
determinato la tragedia dell'azzeramento del setto-
re nautico italiano calato oltre l'80% nei fatturati,
finita la tempesta, il conto l'ha pagato il cittadino,
come sempre.
Maurizio Anzillotti
m.anzillotti@solovela.net
Maurizio Anzillotti