44
www.solovela.net
C
osa c'è di meglio che svegliarsi la mat-
tina presto, dopo una notte alla fonda
e salire in pozzetto a bere il caffè. Ci
si stropiccia gli occhi, mentre si cerca
di interpretare la meteo della giornata
e il mare calmo si distende in attesa del vento che
porterà al prossimo porto. Meglio ancora se il caffè
viene servito, bollente, da qualcuno che lo prepara
per te. Fin qui nulla di strano, sono gli scambi di cor
-
tesia che migliorano la coesione di un equipaggio
per condividere l'angusto spazio di una barca a vela.
Se però il caffè e la colazione sono preparati e serviti
da un non vedente, l'episodio non è più così comune.
Antonio è un avvocato romano di 52 anni e dall'età
di 16 è cieco. Appassionato da sempre di mare, ha
continuato a navigare e riesce a condurre una barca
nonostante la sua disabilità. Con i catamarani è un
po' in difficoltà, perché per mantenere la rotta e le
vele a segno deve fare affidamento a tutti i suoi sen
-
si, meno la vista naturalmente.
Un catamarano non si inclina e Antonio fatica un po'
di più a sentire la barca e si deve affidare solo al ven-
to sulla faccia e all'ombra proiettata dalle vele.
Ma per muoversi in barca, per cucinare, come si fa
se non ci vedi?
È fondamentale che la cambusa sia organizzata da
lui stesso e con meticolosa attenzione memorizza la
di
Luca
Da
Damos
Facile andare in barca a vela
quando ci si vede e ci si muove
senza problemi. Diverso doverlo
fare bendati, senza vedere
quello che si sta facendo.
Eppure, c'è chi ci riesce
Ve l i s t i
e c c e z i o n a l i
Tu t t i i n b a r c a
Il Cyclades 43.4 della Onlus Handar-
permare. La barca era stata sequestrata
a dei trafficanti di esseri umani dalla
Guardia di Finanza e in seguito donata
all'associazione.