SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela
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58 www.solovela.net Il porto cinese di Cantoon in un'immagine dell'epoca, luogo di partenza di numerosi Clipper. Sotto, solo in condizioni di calma era possibile issare tutta la tela disponibile per mantenere medie competitive Prologo Quando nel 1833, la Compagnia delle Indie orientali perse il monopolio del commercio del tè, tutte le al- tre compagnie inglesi e armatori privati in cerca di fortuna si tuffarono nell'importazione di quelle foglie, che da oltre due secoli, erano diventate indispensa- bili per i sudditi di sua maestà e che in Europa ve- nivano vendute a prezzi esorbitanti. Fortissima e a volte spietata era la concorrenza tra gli armatori che si contendevano i mercati per il commercio del tè, dell'oppio e di altre spezie, lungo rotte tra l'Asia, l'Eu - ropa e l'America. Mari e oceani erano battuti da ca- pitani in gara tra di loro per arrivare ad accaparrarsi i premi elargiti a quella nave che per prima avesse riportato in Inghilterra la prima raccolta stagionale, la meno pregiata, eppure la più costosa. L'equipaggio che avesse vinto una di queste, che erano definite "Tea race", era ricompensato con una percentuale molto alta per ogni tonnellata sbarcata. Una nave ap - pena uscita dal cantiere poteva costare tra le 12 e le 15.000 sterline, ma poteva guadagnarne 3.000, se avesse vinto una regata del tè. Proprio per questo, tra il 1845 e il 1875, vennero co - struiti nuovi vascelli ideati per percorrere la rotta del tè il più velocemente possibile e battere la concorren- za. Le 14.000 miglia, che separavano la Cina dall'In- ghilterra, venivano percorse - a volte in meno di tre mesi - dalle nuove navi costruite appositamente per attraversare gli oceani il più velocemente possibile. Non importava il rischio da correre, la nave doveva essere più veloce delle altre. I clipper Nel 1850, un tea clipper impiegò 97 giorni per col - legare Hong Kong e Londra. Fu immediatamente chiaro a tutti la differenza schiacciante in termini di velocità con le altre goffe navi mercantili. Se prima la media di una nave era attorno ai 5 nodi, questi nuovi progetti erano in grado di triplicare la velocità. Fu la loro prua disegnata con un angolo molto stretto, pen - sata proprio per tagliare le onde, a battezzare queste nuove navi "clipper": in inglese, "to clip" significa in- fatti tagliare. La linea era filante, il baglio ridotto e la sezione mae- stra era molto spostata verso prua; per una lunghez- za di circa 60 metri, la larghezza non toccava i 10. La coperta era occupata solo da un piccolo castel- lo a prua e da un cassero altrettanto piccolo a pop- pa. Una lunga chiglia affilata correva fino al timone e su un'alberatura molto alta e complessa era pos- sibile issare 5 vele quadre, una randa sull'albero di mezzana, alle quali si sommavano le cosiddette vele da caccia, i fiocchi, velacci e velaccini, e qualunque