SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela
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80 www.solovela.net Multiscafo con i foil, dal Codice Atlantico di Leonardo Si arriva così ai giorni nostri e alla Coppa America di San Francisco del 2013. I nuovi catamarani AC 72 sono dei mezzi complicati e poco maneggevoli, ca- paci di velocità altissime, ma anche poco agili e a volte goffi. Serviva un colpo di genio per migliorarli. E come spesso è accaduto, furono gli uomini di Emi- rates Team New Zealand a tirare fuori il coniglio dal cilindro. I Kiwi contattarono uno dei guru della flui- dodinamica: Guillaume Verdier e misero a punto un prototipo. Si trattava di un piccolo catamarano, che provarono in gran segreto presso il lago Waikato; fu quello il momento dell'inizio della rivoluzione foil in Coppa America, e da qui la novità si è espansa fino a ciò che sta accadendo ai giorni nostri. Quali barche Oggi i foil vengono utilizzati stabilmente in Coppa America ormai da tre edizioni, mentre gli Imoca 60 del Vendée Globe hanno già fatto due giri del mondo con queste appendici. Poi ci sono le tante piccole barche sportive: Moth, Waszp, Persico 69F, Flyng Phantom, i catamarani Nacra, solo per citare alcuni nomi di una galassia sempre più grande. E poi ci sono anche i foil applicati su barche concettualmente molto simi - li a quelle che usano tutti i velisti. L'esempio sono gli scafi del cantiere inglese Infinity, i quali montano un tipo particolare di foil, che hanno un profilo solo orizzontale. Rispetto a quelli a "C" o a "T" e "L", i foil DSS (Dinamic Stability Sistem) degli Infinity servono soprattutto per limitare lo sbandamento oltre che per ridurre leggermente la superficie bagnata. Gli Infinity sono barche utilizzabili anche in crociera, così come il Baltic 142 Canova che monta lo stesso tipo di ap - pendici. Il cantiere Beneteau è stato invece il primo a produrre una barca di serie con i foil, il Figaro 3 che si utilizza per l'omonimo circuito di regate in Francia, sul quale corrono alcuni dei migliori skipper oceanici francesi e non solo. Il mercato oggi ha un'offerta che va da barche di 3 metri o poco più, fino a oltre 30 metri. A seconda del tipo di barca, alcune saranno pensate per il cosid - detto "full foiling", ovvero per fare alzare al 100% lo scafo dall'acqua, altre per una via di mezzo o solo per generare raddrizzamento. Per quali velisti Su questo tema occorre fare delle dovute distinzioni. Il mito del foil "per tutti" che un certo tipo di comuni - cazione vuole spingere è lungi da essere veramente realizzabile nella realtà, quanto meno se parliamo di foiling al 100% su barche che volano a tutti gli effetti. Quando parliamo di Moth, Waszp e simili ci sono • Le origini degli studi sui foil vengono datate sul finire dell'800. Il primo mezzo nautico con queste appendici va in acqua intorno al 1915, il primo aliscafo nel 1956. La prima grande barca a vela a foil, in realtà era un trimarano, fu l'Hydroptere varato nel 1994. • Oggi esistono vari tipi di foil, alcuni pensati per il volo al 100% dello scafo, altri solo per aumentare il raddrizzamento e ridurre leggermente la resistenza idrodinamica. • La più grande differenza tra una barca classica e un foiler è la direzione del vento apparente, che in quest'ultimi proviene molto più da prua a causa dell'alta velocità. • Il pubblico ideale dei foiler, soprattutto per le derive a foil, è atletico e in buona forma fisica. • Il costo delle barche a foil, in proporzione, è mediamente superiore di almeno un 10-15%, a volte di più, rispetto a una barca tradizionale. Riepilogo