SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela
Issue link: http://svn.uberflip.com/i/1443402
55 www.solovela.net Le regole sul traffico La navigazione nello stretto è regolata da una serie di norme emanate dal Comando Generale del Cor- po delle Capitanerie. Il canale è diviso a metà in due corsie virtuali: quella più vicino alla Sicilia è destinata alla rotta da nord a sud; viceversa, adiacente alla Ca- labria, corre la rotta sud - nord. Per cambiare senso di marcia in presenza di traffi- co navale tutte le imbarcazioni possono farlo solo in prossimità di una rotonda virtuale, delimitata da punti gps, che si trova all'incirca al centro dello stretto (Lat. 38° 12,680'N - Long. 015° 36,400'E) e va imboccata in senso antiorario. Il traffico navale nello stretto può essere imponente e per questo motivo, soprattutto per chi lo attraversa per la prima volta, è consigliabile programmare la navigazione nelle ore diurne. Negli incroci con navi o traghetti, pur essendo in via teorica dovuta la precedenza alle barche a vela, in queste acque le unità di grandi dimensioni vanno considerate a manovrabilità ridotta e quindi va sem - pre data loro precedenza. Soprattutto, i comandanti dei traghetti che fanno la spola tra le due coste sono molto poco inclini a rallentare per lasciare acqua alle unità da diporto, dettaglio che va considerato con la massima attenzione. In ore notturne, per questo moti - vo è da ritenere indispensabile l'accensione dell'AIS, strumento che ci servirà anche per individuare le bar- che da pesca disseminate lungo lo stretto, molte del- le quali però potrebbero non essere dotate di AIS. La guardia vigile resta quindi la soluzione migliore oltre all'ausilio degli strumenti di bordo. N e troviamo traccia in diverse opere, ma sicuramente il passaggio più noto si trova nell'Odissea, quando l'eroe si trova costretto a scegliere se sacrificare 6 dei suoi uomini e passare sotto a Cariddi che tuffava i suoi lunghissimi colli e pescava, cetacei, squali e occasionalmente sventurati esseri umani di passaggio, oppure sfidare le mostruose fauci di Cariddi che avrebbe ingoiato l'intera nave. Ulisse su consiglio di Circe preferirà il pas - saggio sotto la rocca di Scilla. Sul lato opposto, Cariddi era originariamente una divinità acquatica, nota per la sua vora- cità. In seguito a un barbecue a base di buoi sacri, fu trasformata da Zeus in un mostro su- bacqueo dalla gigantesca bocca simile a una lampreda, che per tre volte al giorno ingoiava insieme al mare tutto ciò che vi galleggiava sopra, creando enormi vortici e fortissime correnti. Viene spontaneo accostare al mito, le for - ti correnti dello stretto, che evidentemente mettevano in difficoltà le piccole barche che lo attraversavano. Scilla e Cariddi sono due toponimi derivati dalla mitologia classica Se pur teoricamente la precedenza è sempre delle barche a vela, nello stretto le grandi navi sono poco inclini a lasciare acqua Massimiliano cusimano è uno skipper che vive su una barca ormeggiata a Palermo. appassionato di altura si occupa principalmente di regate. L'autore