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hanno queste caratteristiche le derive foil diventano
quasi proibitive.
Diverso il discorso se parliamo di barche come il Ca-
nova, il Figaro 3, gli Infinity. In primo luogo, non sono
delle derive e poi non si tratta di barche full foiling,
ma che usano queste appendici solo per sbandare
di meno e andare un po' più veloci diminuendo solo
in parte la resistenza idrodinamica. La navigazione
non avrà troppe differenze rispetto a quella su una
barca tradizionale e in questo caso si può dire che si
tratta di barche per tutti, anche se nel Figaro occorre
tenere a mente che parliamo di una barca comun
-
que da competizione, quindi piuttosto impegnativa
fisicamente.
Cosa cambia navigando sui foil
Il grande cambiamento rispetto a una barca normale
che disloca sull'acqua, o al massimo di tanto in tanto
plana, è il vento apparente. Per apparente intendia
-
mo il vento generato dalla somma di quello reale con
la velocità di avanzamento. Con le barche tradizionali
sappiamo che la direzione del vento apparente è leg-
germente più spostata verso prua rispetto all'angolo
del vento reale. La velocità di avanzamento, modesta
sulle barche dislocanti, genera questa divergenza tra
l'apparente e il reale. Quando la velocità di avanza
-
mento aumenta a dismisura grazie all'annullamento
della resistenza idrodinamica, ecco che l'apparente
schizza verso prua e si genera quel fenomeno che
obbliga a tenere le vele cazzate quasi di bolina anche
se si naviga al lasco. Riducendo la resistenza dell'ac
-
qua, la velocità di un Moth o di una barca foil può
aumentare la velocità del vento apparente, facendo
sì che anche di poppa, le vele siano regolate come
se ci trovassimo di bolina.
Sopra, un Moth piccolissima deriva
volante. Sotto, Beneteau figaro 3 una
barca da crociera di serie con i foil