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abbiamo appena consultato, ne deriverà un adegua-
mento del piano di navigazione.
E così, una previsione reputata poco attendibile ci
porterà nuovamente verso l'uso del barometro, ter-
mometro, igrometro, anemometro e all'osservazione
del cielo sopra la nostra testa.
L'influenza terrestre
La linea di costa inserisce numerose variabili nella
nostra previsione, superfici differenti e variazioni di
forma e altimetriche modificano fortemente l'attrito e
il movimento delle masse d'aria.
Questa forzatura meccanica porta a una circolazione
secondaria superficiale con conseguenti movimenti
di aria localizzati che possono, a loro volta, influen
-
zare le condizioni meteomarine della zona costiera.
In base all'orografia della costa, potremo avere venti
più forti causati dall'effetto Venturi, oppure venti più
deboli o instabili a causa di turbolenze; oltre a queste
considerazioni dovremo considerare i regimi di brez
-
za dovuti all'irraggiamento.
Gli algoritmi dei modelli ad alta risoluzione cercano di
considerare questi fattori, ma a causa dei limiti di ri-
soluzione e di automazione di calcolo spesso offrono
previsioni, nella migliore delle ipotesi, sottostimate.
Dovremo quindi stare sempre vigili e in un certo sen-
so umili e rispettosi degli elementi. Il buon marinaio è
prudente e controlla ogni dettaglio, pronto a cogliere
ogni minimo cambiamento o segnale che possa arri-
vare dall'ambiente che lo circonda, anche mentre si
beve un buon caffè in pozzetto, cercando di interpre-
tare cosa gli riserva la giornata.
Evoluzione dei cumuli. Un buon metodo per
valutarne visivamente la pericolosità è di misurare
a occhio che lo spessore della nuvola non sia
superiore della sua altezza sull'orizzonte (fonte
RYA). In basso, quando la luce solare passa
attraverso lo strato di nubi, le particelle di ghiaccio
agiscono come un prisma scomponendo la luce e
formando l'alone solare che sembra un'aureola di
luce intorno al sole