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10 www.solovela.net assunzione andrebbe distribuita durante l'inte- ro arco della giornata attraverso i pasti principali. Il fabbisogno proteico giornaliero di un adulto che conduce una vita attiva è pari a circa 1,2 grammi per chilo corporeo. Se per un uomo adulto ipotiz - ziamo una media di 75 kg, servirà un apporto pro- teico quotidiano di 90 g. Nella nostra cambusa non dovranno quindi mancare alimenti ricchi come ad esempio legumi in scatola, pesce in lattina e tutti quegli alimenti preconfezionati che ben si adattano ad essere conservati fuori dal frigo. Tuttavia, occorre fare attenzione a che la dieta non sia iperproteica, poiché ciò comporterebbe un affa - ticamento dei reni e del fegato fino alla loro compro- missione. Tanta energia contro il mal di mare L'energia necessaria per tutto l'arco della giornata ci viene fornita dai carboidrati, che si dividono in due grandi gruppi: i carboidrati semplici e i carboi - drati complessi. I primi sono i cosiddetti zuccheri liberi e si trovano principalmente nelle bibite e nei dolci. Questo tipo di carboidrati trova posto nella dieta, a patto che se ne assumano delle quantità moderate. Dai secondi dovrebbe invece provenire la maggior parte dell'energia che ci serve ogni giorno. Si tro - vano in alimenti come pane, pasta, riso, farine di tutti i tipi e sono particolarmente vantaggiosi per la prevenzione del mal di mare perché spesso sono cibi secchi: gallette, crackers e grissini sono il mi - glior alleato di chi ne soffre. Restando nell'ambito dei glucidi, un integratore molto utile potrebbe ri- velarsi la creatina, essenziale per garantire tonicità muscolare, prendendo parte ai processi di rigene- razione dell'ATP, l'energia fondamentale della cel- lula. Bacco in barca A chiudere la lista della cambusa è consigliato un buon vino. Anche se ci sono i temerari che amano un barolo anche alle calde temperature estive del Mediterraneo, il consiglio migliore è di scegliere vini bianchi leggeri, rossi beverini a basso tenore alcoli - co di impronta fruttata, qualche bollicina e la curio- sità di sperimentare la viticoltura dell'isola in cui ci si trova, che spesso rivela piacevoli sorprese anche ai più diffidenti. Non va dimenticato che l'alcol provoca disidrata - zione, inibisce i riflessi e se consumato eccessiva- mente potrebbe rovinare la veleggiata del giorno successivo o impedire di essere efficaci in caso di emergenza. L e origini di questo piatto sono antichissime, se ne possono trovare le prime tracce già nel 1300 nella laguna veneziana. La sua nascita fu dovuta all'esigenza dei pescatori veneziani di conservare il pesce per lunghi periodi duran - te le traversate in mare. Questi piatto nacque quindi come piatto povero, ma in breve tempo e con l'aggiunta di ingredienti più aristocratici, si allargò anche ai ceti sociali più alti. Oggi è un eccellente modo di conservare il pe - sce e preparare un pasto freddo da consumare già pronto in navigazione. Ingredienti: sarde 500 g; cipolle bianche, 1 Kg; uva passa o sultanina, 50 g; pinoli, 100 g; olio di semi, ¾ di un bicchiere; aceto di vino bianco, 1 bicchiere; un cucchiaio di zucchero di canna; olio di oliva e farina, quanto basta. Preparazione: Infarinare e friggere nell'olio di semi le sarde eviscerate, fino ad ottenere una doratura su en - trambi i lati. In seguito rosolare con dell'olio le cipolle finemente tagliate. Una volta imbiondi- te, sfumare il tutto con l'aceto di vino. Aggiun- gere zucchero di canna e mescolare il tutto. In una terrina sistemare le sarde a strati versando sopra ogni strato le cipolle e aggiungendo an- che l'uva passa e i pinoli. Coprire la terrina con carta stagnola e lasciare a riposare per almeno 24 ore in un luogo fresco. Le sarde si conserva- no anche per una settimana senza bisogno di frigorifero e sono ottime come aperitivo, anti- pasto o cicchetto alla veneziana. Le sarde in saor Un piatto di Sarde in Saor. Fotografia del sito specializzato Ricette Gourmet