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difenderlo dai bombardamenti, la celebre scalinata,
disegnata da un architetto italiano, teatro dell'ecci-
dio del 1905. Perché Odessa è una città ucraina con
forti radici italiane. Colonia genovese prima di essere
conquistata dagli ottomani aveva rapporti commer-
ciali con i pastifici italiani che da qui importavano il
grano. E proprio qui fu composta la canzone napo-
letana "O'sole mio", tanto che "Napoli del Mar Nero"
è soprannominata Odessa, che nel corso della sua
storia ha vissuto massacri, pogrom, orribili carestie
provocate dal regime, deportazioni e che oggi vive
un nuovo martirio.
Piazza Grande, volta la poppa al Mar Nero, rientra
in un mare più adatto ai diportisti, se possibile più
lontano dalla guerra e già il suo comandante pensa
a una nuova rotta che lo porti verso il Mar del Nord.
Il destino di Odessa rimane invece un'incognita e a
gonfiare le vele dei velieri che salpavano dalla "Na
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poli del Mar Nero" con il loro carico di grano, non
sono più zeffiri sereni come accadeva in passato,
ma nauseanti venti di guerra, ammorbati dalla puzza
dei cadaveri.
Nella foto in alto, i delfini nuotano
davanti alla prua di Piazza Grande. Nella
foto qui sopra, l'offerta per il turismo
nautico nel Mar Nero è limitata