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100 - dalle pietre in sentina, passando da derive in
ghisa, siamo giunti ai siluri in piombo posti all'estre-
mità di derive che assomigliano alle ali di un caccia
supersonico.
I limiti delle derive
Il progresso, la tecnologia, ci hanno fatto compren-
dere come navigare meglio, più sicuri e veloci, ma
non possiamo dimenticare che tutto è sempre legato
alle necessità; sono queste il vero motore della no-
stra evoluzione.
Derive più lunghe, pesanti e necessariamente più
fragili hanno dei limiti.
In primo luogo, sono soggette a potenziali impat
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ti con oggetti fissi, ma anche mobili e ignoti. Sono
soggette a limiti nell'avvicinarsi alla costa o nell'en-
trare nei porti. Aumentano, è vero, la stabilità, ma
deformano le linee della barca rendendo difficile po-
sizionarla fuori dall'acqua senza l'utilizzo di apposi-
te strutture o riducono la possibilità di appoggiarsi
stabilmente in autonomia, fattore che può sembrare
di minima importanza, ma che diviene fondamentale
quando si naviga in zone soggette a maree impor
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tanti.
In alto, il bulbo ultratecnologico di un
Volvo Ocean Race. Qui sopra, una deriva
retrattile e il suo meccanismo in cabina