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Nella foto grande, la chiglia lunga è stata fino
all'ultimo secolo l'unica soluzione tecnica per
contrastare lo scarroccio. Qui sopra, solo vero
la fine dell'800 le forme iniziano a ricercare la
velocità e vere prestazioni veliche
Il baricentro
A questo punto è d'obbligo una breve disgressione
sulle componenti accessorie delle forze. Una barca
spinta lateralmente dal vento subirà un momento
torcente che tenderà a farla ruotare sul proprio asse
longitudinale, parte di questa forza è convertita in
movimento laterale definito scarroccio, ma come
abbiamo visto, questo movimento trasversale è con
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trastato dalla forma dello scafo e, ovviamente, dalla
deriva.
Cosa impedisce a una barca di rovesciarsi? La mag-
gior parte del lavoro è fatta dal baricentro, il punto
in cui il momento torcente agisce. Più questo è in
basso più vi sarà resistenza che si tradurrà, grazie
alla deriva, in avanzamento. Il baricentro in una sfe
-
ra uniforme è posizionato nel suo centro, ma se noi
spostiamo il peso all'interno, il baricentro si sposte-
rà di conseguenza. La barca può essere considerata
una semisfera, possiamo quindi spostare facilmente
il suo baricentro posizionando un materiale più pe-
sante nella parte più bassa possibile.
La zavorra è quindi fondamentale per la stabilità
di una barca e più è in basso, meglio è. Tornando
alle nostre derive e ai progressi tecnologici, è stato
naturale spingere il baricentro ancora più in basso,
uscendo dallo scafo per appesantire le appendici.
Baricentro più basso, maggior raddrizzamento, mi
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gliori prestazioni. In poche decine di anni - meno di
Paddy, all'anagrafe Stefano Madella,
grafico per mestiere, velista per
passione. Grande esperto di plein air,
da trentanni scrive e lavora in questo
mondo.
L'autore