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MAXI
A tal proposito, Nautor intende continuare con la
sua scelta di offrire modelli altamente personaliz-
zabili ma sempre ben definiti, in futuro rivendibili
con un valore più alto rispetto agli one off.
"I nostri clienti – spiega Galgani – sono certamen-
te attratti dal brand Swan, ma noi non intendiamo
abusare di questo. La loro disponibilità a pagare
un valore superiore rispetto ai concorrenti è cor-
relata all'effettivo valore qualitativo della barca,
non al valore aggiunto del marchio, comunque
non quantificabile. Gli Swan costano oggi quello
che valgono, ci sono infiniti dettagli costruttivi e di
allestimento che fanno la differenza."
Qualche esempio: dalla ferramenta interamente
costruita in house, ai sensori per la temperatura di
postcura in forno del composito, posizionati sullo
stampo a diretto contatto con la pelle esterna, per
una precisione ottimale del processo. Andando a
curiosare nell'impiantistica, si può scoprire che i
frigoriferi di bordo hanno uno spurgo dell'acqua
di sbrinamento direttamente nello scarico del la-
vello della cucina con una semplice pompa a pe-
dale. Oppure, accanto a ogni possibile foro nella
carena sono predisposti i coni in legno morbido
per bloccare in emergenza eventuali vie d'acqua.
Dettagli che tutti assieme fanno la differenza.
"Alla fine – conclude – sono gli stessi clienti i no-
stri migliori ambasciatori."
In alto il primo Swan mai costruito, il Tarantella del
1966 su disegno di Sparks & Stephen. Al centro, lo
Swan 651 di Riccardo Pavoncelli durante la Swan
Rolex Cup del 2016. Qui sopra lo Swan 115 S