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MAXI
Un salto di vento intuito prima a bordo della "Big
Red" le permise di vincere con il margine di soli sei
minuti dopo oltre 3400 miglia. Le fasi finali dell'ar-
rivo ad Auckland furono seguite con una leggen-
daria diretta radio di oltre cinque ore del famoso
giornalista sportivo PJ Montgomery, "The voice of
yachting". La partenza da Auckland per la quarta
tappa, 6250 miglia via Capo Horn fino a Punta del
Este, vide un'enorme folla salutare le due barche
kiwi. Di nuovo giù nel freddo e tempestoso ocea-
no australe Steinlager superò i 25 nodi, all'epoca
una velocità record per uno yacht oceanico. Punta
del Este la vide arrivare con 21 minuti di vantaggio
su F&P con cui aveva doppiato Capo Horn a sole
4 miglia di distanza. La quinta tappa fino a Fort
Lauderdale, in Florida, fu relativamente tranquilla,
ma piena di stress in vista dell'arrivo sul finire del-
la notte: dalla barca comitato sulla linea di arrivo
chiamarono erroneamente entrambe le barche a
tre miglia, poiché sui radar apparivano cinque tar-
get. Ma si trattava di altre barche, F&P era dietro di
8 miglia, a circa più di mezz'ora. La sesta e ultima
tappa era quella della vittoria annunciata, ma si sa
che le regate si vincono solo all'arrivo. Infatti stava
per accadere il disastro: nell'ultima traversata at-
lantica fino a Southampton, in pieno oceano, si udì
un forte crack.
In alto il Merit, una delle barche che corsero
contro lo Steinlager nella Withbread del 1989.
Sotto, Giorgio Falck che per alcuni anni fu pro-
prietario dello Steinlager