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SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela

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93 www.solovela.net Un altro aspetto importante è costituito dal centro velico. Il fiocco ha un centro velico posizionato più in basso rispetto alla randa, il che in generale costitui- sce un vantaggio. Un centro velico più basso, infatti, permette un minore sbandamento a parità di peso in chiglia, oppure una riduzione del peso in chiglia a parità di sbandamento, quindi più velocità. Inol - tre, se si sposta l'albero verso poppa, il centro velico della randa si sposta anch'esso verso poppa. Nel- le barche da crociera la lunghezza del boma è vin- colata dalla presenza del paterazzo fisso: arretrare l'albero comporta necessariamente una diminuzio- ne della lunghezza del boma, quindi della superficie della randa. Invece, su imbarcazioni con il paterazzo sdoppiato, il boma si può estendere fino quasi allo specchio di poppa. Se si riesce ad ottenere un cen - tro velico complessivamente più basso, si ottengono i vantaggi menzionati prima. Dunque, conviene portare l'albero verso poppa. In questo modo si guadagna un triangolo di prua più grande, permettendo di posizionare un fiocco di di - mensioni maggiori, sia con vele tradizionali che con autovirante. Inoltre, sopra coperta si guadagna spa- zio per sistemare il tender o prendisole, mentre sot- tocoperta si può progettare una cabina di prua più spaziosa. D'altro canto, questo arretramento comporta uno spostamento del puntone più indietro nella dinette, nel caso di alberi appoggiati in coperta. Sarà quindi necessario rivedere la disposizione degli interni, in modo che il puntone non impedisca l'accesso agli ambienti di prua e al contempo non si trovi in una posizione troppo scomoda, per esempio al centro del tavolo. La ridistribuzione degli interni è un compito tutt'altro che facile. Non meno importante, una ridistribuzione del centro velico comporta necessariamente un analogo spo - stamento del centro di deriva, per garantire sempre alla barca una natura orziera, sia per ragioni di sicu- rezza, sia di piacevolezza al timone. Una barca com- pletamente "neutra" sarebbe molto difficile e strana da portare, per questo motivo il timone dev'essere sempre caricato di qualche grado. L a nomenclatura nelle barche a vela può spesso risultare poco chiara, ma il fatto stesso che alcuni termini si usino esclusivamente in ambiente ma- rinaresco contribuisce a dare fascino a questa disciplina. Oggi ci concentriamo sulle quattro grandezze principali delle vele che ciascuno dovrebbe conoscere. Le di prua: ● J : è la dimensione forse più conosciuta. Con J si intende la distanza orizzontale fra l'albero (maestro) e il punto di giunzione dello strallo sulla coperta. ● I : distanza verticale tra il punto di penna dello strallo e il punto di giunzione dello strallo sulla coperta. La randa: ● E : coincide approssimativamente con la lunghezza del boma, includendo anche i centi- metri della trozza ed escludendo la parte della varea dove sono presenti le pulegge, dove la randa non può estendersi. ● P : distanza verticale tra la parte superiore del boma e il punto di penna della randa. Il piano velico Si ringraziano i progettisti (da sinistra) Umberto Felci, Marco Lostuzzi, Mateo Polli e Maurizio Cossutti, per la consulenza che ci hanno voluto fornire per poter redarre questo articolo I J P E

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