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SVN solovelanet: rivista digitale dedicata al mondo della vela. Articoli di navigazione, di nautica e barche a vela

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76 www.solovela.net C arena a "V" anni '80: le carene stret- te e con poca superficie bagnata mostravano le loro migliori performan- ce di bolina con vento medio leggero. In poppa con vento forte e mare formato le barche con queste caratteristiche di- ventano piuttosto instabili e difficili da governare. Carena IMS: la "V" si trasforma in "U", la superficie bagnata aumenta e il baglio massimo è più distribuito. Le barche da regata-crociera degli anni '90 mostra - rono una netta evoluzione in termini di comfort generale a tutte le andature, con un equilibrio decisamente miglio- rato alle andature portanti. L'evoluzione della forma delle chiglie e le geometrie dei piani velici hanno fatto sì che anche nella risalita del vento di fossero note - voli progressi. La carena dei super cruiser moder- ni: la forma è tendenzialmente a "U" e mai troppo piatta e la larghezza è inve- ce particolarmente accentuata. Il baglio massimo di un 12 metri di oggi può ave- re una differenza anche superiore ai 30 cm rispetto a uno degli anni '80-'90. Il pescaggio è generalmente contenuto, il che, insieme alla larghezza pronunciata, non fa di questa tipologia di barche del - le amanti della bolina o delle arie legge- re. Le geometrie dello scafo consentono però sempre un passaggio sull'onda ab- bastanza morbido e una sufficiente sta- bilità di rotta alle portanti. Le carene piatte con larghezza XXL e spigoli: tipiche degli Open oceanici, hanno delle geometrie che puntano a ottenere il massimo delle performance e della stabilità alle andature portanti, dove possono planare con facilità e dif - ficilmente vanno in straorza o strapog- gia. Con mare contro e di bolina sono poco tolleranti e la navigazione diventa molto scomoda, con continui colpi sulle onde dovuti alla carena piatta. Pregi e difetti in sintesi Quando la comodità ha preso il sopravvento Gli anni '90 sono di fatto il periodo in cui si registra un boom della vela e del suo mercato. Le barche a vela si aprono al grande pubblico, che le cerca an - che per il charter e per viaggiare molto comodamen- te. Di fianco alla concezione classica dei "regata- crociera", che inizia a perdere vigore, si sviluppa molto velocemente la tendenza verso le barche da crociera pure con interni sempre più grandi. Durante gli anni '90, nasce insomma il concetto di cruiser per come lo intendiamo oggi. Gli input che vengono dati ai progettisti da parte dei cantieri cambiano. Sulle moderne barche da crociera si ragiona prima di tutto in termini di volumi interni: a partire da questi si sviluppa la migliore carena possi - bile che deve garantire una navigazione comoda agli ospiti di bordo. Di conseguenza la larghezza massi- ma delle barche è aumentata costantemente in que- sti anni per accrescere i volumi interni: un Oceanis 400 degli anni '90 era largo 3,95, il suo erede di oggi, l'Oceanis 40.1, ha invece un baglio massimo di 4,20. Le carene più larghe sono generalmente più stabili, soprattutto se il baglio massimo si riduce molto len - tamente verso poppa. Le barche di oggi infatti alle andature portanti, anche con mare mosso, risultano particolarmente comode da condurre e da vivere ri- spetto a quanto accadeva anche solo 15 anni fa. Più le barche sono larghe meno però ameranno risalire il vento di bolina, ma tutto sommato questa filosofia segue pur sempre le tendenze del mercato: spesso il crocierista naviga a vela di bolina solo se stretta - mente necessario. Le carene piatte e gli spigoli Negli ultimi 10 anni, contemporaneamente allo svi- luppo su larga scala del mondo cruise, c'è stata anche un'altra tendenza importante, derivata dal mondo delle carene da regata oceaniche. Gli open da Oceano hanno sviluppato carene sempre più lar - ghe e quasi totalmente piatte. Forme agli antipodi rispetto alla "V" di cui abbiamo parlato a proposito degli anni dello IOR: carene molto teste, quasi del tutto piatte e con il baglio massimo spostato verso poppa. Geometrie simili servono a dare alla barca la massima stabilità e potenza possibile alle anda - ture portanti. Alcuni cantieri hanno deciso di pren- dere spunto da questo mondo applicando concetti simili alle barche da crociera. Quello che non viene riprodotto sono le carene totalmente piatte, che sa- rebbero ingestibili in crociera data la loro tendenza a battere molto sull'onda di bolina. Gli scafi larghi delle barche da crociera non sono infatti mai del tut- to piatti ma hanno sempre una forma dell'opera viva

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