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MAXI
IMAXI – Vi aspettavate che la Dufour arrivasse a
produrre un 63 piedi?
L.G. – Di tale modello si parla da diverso tempo,
visto come stava muovendosi il mercato credo che
fosse una cosa inevitabile arrivare a questa misu-
ra per un cantiere come la Dufour.
IMAXI – Per voi è stato un lavoro impegnativo?
L.G. – È stato un lavoro che ha richiesto molto
tempo, per fare tutto ci abbiamo messo due anni.
Consideri che non si tratta solo di disegnare un 60
piedi, ma disegnarlo per un cantiere che produce
in serie, cosa che rende tutto più complesso.
IMAXI – Due anni sono molto tempo.
L.G. – Sì, un tempo piuttosto lungo ma giustificato
dal fatto che è la prima barca di questa misura che
disegniamo per la Dufour e che il disegno è com-
pleto di tutto. Per questa barca abbiamo disegnato
dalla carena alle sovrastrutture, spingendoci fino a
molti dettagli degli interni.
IMAXI – Quali sono i punti salienti della barca in-
torno ai quali ruota il resto?
L.G. – La prima cosa che abbiamo studiato a fon-
do è la circolazione del pozzetto. Per soddisfare
uno dei principali brief datici dal cantiere, abbia-
mo enfatizzato la facilità di comunicazione consi-
derando il pozzetto come un luogo dove si passa
buona parte della giornata e in cui le persone si
muovono sia attraversandolo in tutta la sua lun-
ghezza sia spostandosi da un punto a un altro.
Abbiamo voluto far sì che ci si potesse muovere
all'interno del suo perimetro senza trovare ostacoli
o avvertire restrizioni.
IMAXI – Un pozzetto che è anche molto partico-
lare…
L.G. – Sì, abbiamo creato un
pozzetto che ha tre diverse
aree: i due divani laterali
dove si siedono gli ospiti
con i loro tavoli ad ante
Umberto Felci
IMAXI –
L.G. –